Il lungo inverno di Kabul
di Giancarlo Chetoni - 23/03/2007
Fonte: aprileonline
Notizie filtrate dalla censura, fatte sparire alla svelta dallo schermo di un computer. Per complicità, per conformismo, più spesso per pigrizia
Il 13 Marzo dalla sua casa a Kabul Gino Strada, stanco, deluso, nel corso della lunga trattativa per la liberazione di Mastrogiacomo si toglierà dallo stomaco un peso.
"In Aghanistan
Il Sottosegretario Forcieri appena qualche ora più tardi, riferendosi alle notizie diffuse dai network iberici che davano gli uomini del generale Satta per coinvolti in azione di combattimento contro i mujahidin, parlerà di provvedimenti di sicurezza e di "impermeabilizzazione " del territorio dall'infiltrazione di elementi ostili senza precisare le misure adottate per fermare le migliaia di profughi in fuga dalla provincia di Helmand sotto i micidiali bombardamenti dell' ISAF.
Le regole di ingaggio - assicurerà a nome del governo - per il contingente italiano non sono cambiate. Gli farà eco il Ministro della Difesa Parisi che sosterrà come legittimo "rispondere al terrorismo con atti di guerra" ribaltando la frittata tra invasori e invasi.
Nel tentativo di mimetizzare la guerra Forcieri userà un termine militare già adoperato dal Comando Usa di Baghdad per isolare la città di Falluja e lo farà, con irresponsabile leggerezza, durante le prime trattative avviate dal governo italiano con i rapitori per il rilascio dell' inviato de "
Il curriculum che gli ha approntato "on line" il Ministero della Difesa del resto parla chiaro.
Forcieri è "un fermo sostenitore del vincolo dell' Italia con
Un duro e puro delle "guerre stellari", degli schermi missilistici e radar in Polonia e Repubblica Cèca "e dell'accerchiamento della Russia dai Paesi Baltici all' Albania, dall' Albania al Centro Asia.
Per delega del Ministro della Difesa si occupa, oltre che di Iraq, dove è rimasto dopo il 19 Aprile un plotone della M.S.U. da rifinanziare con 10.6 milioni euro con tanto di decreto già incardinato al Senato, di un altro fonte caldo : l' Afghanistan.
Le realtà messa in evidenza con grande bravura da Iacona con " Viva l'Italia 3" è quella di un pesce che puzza dalla testa.
In realtà ai confini della provincia di Helmand, sull'asfalto rabberciato dell'unica rotabile di accesso ad Herat, con i blindati e le mitragliatrici da
D'Alema è perfettamente al corrente di quanto succede da quelle parti. La sua dichiarazione di oggi sui venti di guerra che si stanno avvicinando al nostro PRT lo conferma.
Il ferimento di un incursore del Col. Moschin, inquadrato nei ROS dell' Arma dei Carabinieri del Gen. Ganzer, colpito dal fuoco di armi automatiche nella provincia di Farah controllata dagli USA, a centinaia di km da Herat, è la riprova che sul terreno, per bene che vada, l'élite militare del Bel Paese fa quello che vuole. Agisce apparentemente indisturbata, da "corpo separato". E non è la prima volta che convogli blindati italiani e spagnoli hanno caduti e feriti durante azioni di pattugliamento armato "fuorisede".
Per l'opinione pubblica italiana si tratterà semplicemente di un militare italiano attinto da un proiettile. Il comunicato dell' Ansa non andrà molto più in là. Le maglie della censura si stanno facendo sempre più strette.
Che si tratti di fermare e perquisire per lo più invalidi, anziani, donne e di bambini non importa. La guerra impone le sue regole sul campo. Per chi si sbanda terrorizzato e va alla ricerca di un riparo, di un casolare dove potersi riposare e passare la notte, l'accensione di un fuoco e del fumo che esce da un camino può significare vedere dei figli, un fratello, una sorella, dei parenti, degli amici perdere la vita.
Gli elicotteri Apache, gli A
Prima di affidarsi alle micidiali armi di bordo servirebbe scendere di quota, ripassare una, due volte sul "target" da annientare. Non lo si fa.
E' qui la memoria corre a briglia sciolta ai liberatori abituati a seppellire sotto tappeti di bombe chi, un po' qui, un po' là, a giro per il mondo, non ci sta a fare da zerbino alle Amministrazioni di Washington.
Una lunga, sanguinosa catena di orrore e di sangue, milioni di morti ammazzati, sessantadue anni di ininterrotti crimini di guerra che si intenderebbe accreditare per esportazione della libertà e della democrazia con o senza autorizzazioni del Palazzo di Vetro.
A Kabul nella stessa giornata, stando all' Ansa, uno scoppio accidentale di polvere da sparo in un bazar dove si vendevano armi da fuoco ha fatto altre vittime. Una replica scontatissima.
I Tg hanno ripreso la notizia in arrivo dalla capitale accompagnandola con riprese da brivido dove si è visto decine di edifici a più piani saltati per aria, sventrati dal tritolo, macerie annerite, incendi, fumo e abitanti del luogo frugare tra cumuli di cemento e mattoni, lasciandoci di stucco.
Poco o niente arriva ormai dal lungo inverno che avvolge l'Afghanistan. Notizie filtrate dalla censura, fatte sparire alla svelta dallo schermo di un computer. Per complicità, per conformismo, più spesso per pigrizia.
Intanto
Insomma un estensione degli omicidi mirati portati avanti nella Repubblica dell' Irlanda del Nord dai Reparti Speciali delle S.A.S. contro i militanti dell' IRA. Questa volta sull'intero territorio dell'Afghanistan. Qualcosa come 600.000 kmq e passa, il doppio, grossomodo della superficie dell'Italia.
Bisognerà dire al nostro Ministro degli Esteri che con programmini come questi