Oltre la crescita, alla ricerca di un nuovo paradigma economico e sociale
di Forum del Terzo Settore della provincia di Pordenone - 27/11/2005
Fonte: decrescita.it
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INTRODUZIONE Il Forum provinciale del Terzo Settore in Pordenone, nella sua azione di confronto e stimolo rivolto alle organizzazioni di terzo settore e al territorio, ha intrapreso lo studio di un tema chiave per lo sviluppo della nostra società: la decrescita. Dallo sforzo di confronto è nato questo documento che vuole ispirare un processo duraturo di attenzione, dialogo e azione, denso di ricadute anzitutto nel territorio provinciale. In un contesto di globalizzazione diventa infatti strategico dotarsi anche a livello locale di analisi e proposte generali, capaci di ispirare quadri condivisi di giudizio, in vista di azioni comuni e differenziate, sulla base di specifici campi d’azione e responsabilità. Il presente documento deve quindi intendersi quale primo passo di un cammino, che vedrà il documento stesso quale strumento di lavoro da aggiornare e modificare in base agli elementi raccolti lungo il percorso. PREMESSA La scarsità di risorse atte ad alimentare l’economia del mercato globalizzato è sempre più evidente. Il paradigma della crescita illimitata si sta trasformando in mito illusorio che impedisce di far assumere ai più la consapevolezza che l’intera umanità va incontro alla catastrofe economica sociale ed ambientale. Occorre allora ipotizzare un nuovo paradigma economico e sociale in grado di rallentare e quindi invertire questo processo carico di rischi per l’umanità e per la biosfera. Per innescare questo processo inverso dobbiamo ricorrere, mobilitare tutto il nostro patrimonio di idee, esperienze, proposte e azioni, riaprendo il dialogo con noi stessi e con gli altri, facendo anzitutto calare, come afferma G. Rowls, “un velo di ignoranza” sulle nostre consolidate convinzioni e interessi. Quindi, attraverso il metodo del dialogo, attivare tutta la nostra conoscenza per costruire, cooperando, una vita più sobria, ovvero più felice, più compatibile con la limitatezza delle risorse e con la capacità dell’ecosistema di assorbire e metabolizzare l’impatto antropico. 1. DIALOGO, SOBRIETA’, COOPERAZIONE E CONOSCENZA Sono le nostre parole d’ordine per dare il via ai lavori di costruzione di un nuovo paradigma di vita, ove l’individuo non sacrifica le sue esigenze di libertà, cooperando in modo responsabile, piuttosto che confliggere secondo il proprio egoismo miope. Dialogo Ossia l’incontro nell’agorá, ove la nostra dimensione privata e pubblica si incrociano, ove l’unico ruolo che siamo chiamati ad esercitare, ad interpretare, è quello di concittadini. E insieme ciò che esercitiamo, discutendo e decidendo, in un processo senza fine, si chiama democrazia. Z. Bauman, a questo proposito ci dice: “E’ nell’agorá che il “pubblico” ed il “privato” si incontrano, si conoscono e imparano attraverso tentativi ed errori, la difficile arte della pacifica (e utile) coabitazione. Sobrietà Intendiamo un modello economico e di vita per il quale la produzione ed il consumo dei beni e dei servizi è strettamente funzionale alla soddisfazione dei bisogni essenziali, compatibile con la limitatezza delle risorse del pianeta e con la capacità dell’ecosistema di mantenersi in equilibrio, funzionale all’arricchimento della rete di relazioni sociali fra gli individui e alla loro partecipazione ai processi decisionali. La critica all’attuale modello economico e la ricerca di una credibile alternativa prende le mosse, si ispira all’analisi del movimento della cosiddetta “decrescita”, di cui iniziatore è l’economista Georgescu Roegen. Cooperazione Intesa in una doppia accezione: come valore, in alternativa a quello di competizione fra individui, gruppi, Stati; come sistema per organizzare i fatti economici e sociali; Conoscenza Intendiamo l’insieme delle risposte (sapere e saper fare) ai bisogni/problemi che l’umanità ha incontrato e tuttora incontra nel corso di tutta la sua storia e che ha patrimonializzato e continua ad accumulare, a disposizione dei viventi e delle generazioni future. Questo patrimonio è composto da tutte le culture (usi, costumi, narrazioni, modi di produzione e scambio, religioni, ecc.), passate e di cui ci è giunta testimonianza, e presenti nelle quali viviamo, nonché da tutte le conoscenze codificate (discipline scientifiche, filosofiche, teologiche, giuridiche, tecnologiche, ecc.). 2. PERCHÉ FAR INTERAGIRE? E’ nostra convinzione che il nuovo paradigma socio economico, e la sua concretizzazione, debba scaturire dall’interazione di queste quattro componenti, ove ognuna è risorsa per lo sviluppo delle altre. Dialogo. Senza un orizzonte di maggiore equità e sobrietà nell’uso e distribuzione delle risorse; senza una condivisa e diffusa volontà a cooperare, senza la maggiore condivisione delle conoscenze disponibili, la discussione democratica è destinata ad esaurirsi, allargando la frattura fra la dimensione privata e quella pubblica: da un lato la maggior parte degli individui si rifugia nel privato (U. Beck definisce questa scelta come il tentativo di dare soluzione privata a problemi di tutti), dall’altro una minoranza di privilegiati/delegati va ad occupare le pubbliche istituzioni (comprese quelle economiche) arrogandosi il diritto di decidere sulla vita di tutti. Sobrietà. Senza discussione partecipata e aperta a tutti, senza circolazione massima della conoscenza, senza lo spirito e lo strumento della cooperazione, il modello economico della sobrietà può sfociare in nuove forme di tribalismo/nazionalismo o di riflusso atomistico, assolutamente non in grado di contrastare l’attuale paradigma economico, con il rischio, addirittura, di rafforzarlo nel momento in cui l’esperimento “alternativo” fallisce. Cooperazione. Senza le altre tre componenti la cooperazione può essere, nella migliore delle ipotesi una delle possibili visioni dei rapporti fra individui e gruppi, una delle diverse modalità di fare impresa che, a gioco lungo, perde le sue peculiarità originarie, per assumere, alla fine, le medesime caratteristiche economico-gestionali dell’impresa standard. Conoscenza. Se non democraticamente condivisa e discussa, nel quadro di un’economia neo liberista, è destinata a subire: da un lato l’attuale processo di omologazione ed eliminazione delle diversità non funzionali a questo tipo di globalizzazione; dall’altro processi di privatizzazione (brevetti, proprietà intellettuali) e di asservimento della scienza e del suo metodo alla cosiddetta tecnoscienza, cioè a quelle pratiche spesso irresponsabili di manipolazione della materia che rispondono all’esclusiva logica del profitto e del potere. 3. PERCHÉ E COME DECRESCITA Se, all’origine, causa la scarsità di risorse offerte dalla natura, gli aggregati sociali si sono formati per risolvere “solo” il problema della sopravvivenza degli individui e della specie, al punto in cui si trova oggi l’umanità si può ragionevolmente sostenere che la maggior parte degli individui, potendo liberamente scegliere, sono disponibili a sottoscrivere un nuovo contratto sociale a condizione che esso sia in grado di soddisfare le aspettative di sicurezza, benessere, libertà ed equità. Ma, permanendo la scarsità di risorse materiali, quegli stessi individui, informati e responsabili, devono avere la consapevolezza che le loro aspettative di benessere materiale e spirituale può essere soddisfatta purché a pagarne i costi non siano altri aggregati sociali e le generazioni future. I due modelli economici realizzati della modernità, il liberismo ed il comunismo, hanno fallito perché incapaci di rispondere contemporaneamente alle aspettative sopra descritte, pur tentando di sopperire a tale deficit attraverso la logica della crescita indefinita, in questo modo però cozzando contro il vincolo delle risorse finite e del degrado ambientale. La decrescita è quindi una scelta logica, che spetta in primo luogo a ciascuno di noi; una scelta di maggiore sobrietà nei nostri stili di vita che, per sommatoria, diventa scelta collettiva, diventa paradigma, a condizione che nel suo insieme esso dimostri di essere più efficace a soddisfare le descritte aspettative di sicurezza, benessere, libertà ed equità. Dobbiamo allora immaginare un punto di partenza per questo processo, dandoci un obiettivo chiaro e strumenti in grado di realizzarlo. Partendo dal basso, dimostrando che il nuovo paradigma è realizzabile, che può imporsi senza traumi attraverso il dialogo, la sobrietà, la cooperazione, la conoscenza. 4. L’OBIETTIVO Partendo dal basso, perché è la dimensione dell’individuo che dialoga e coopera senza intermediari, è lo scenario in cui, in prima persona ognuno decide di sperimentare una vita più sobria, è il primo destinatario e produttore a sua volta di conoscenza. Partendo dal basso, inteso anche come territorio in cui vive, da cui può ricevere la maggior parte delle risorse necessarie alla sua sopravvivenza, in cui tesse le prime reti di relazione interpersonale, di impegno civile, di costruzione della propria identità individuale e sociale. Questo patrimonio, che la logica esasperata del mercato cerca di scomporre e disperdere, non va solo salvaguardato ma posto a base del nuovo sviluppo. Questo sistema reticolare di risorse locali (individui, rete parentale e amicale, associazioni di varia natura, istituzioni, imprese) va organizzato affinché, interagendo secondo i criteri sopra descritti, sia in grado di soddisfare una quota parte di bisogni materiali delle persone senza dover, per tale quota, dipendere da altri territori o da imprese deterritorializzate. Si potrebbe dire che ciascun territorio, di scala idonea a consentire rapporti diretti fra gli individui (in relazione a gran parte dei loro bisogni materiali e relazionali) e compatibili con le risorse scarse e la salubrità dell’ambiente, si organizza come unica impresa per sottrarre la quota del mercato locale alle altre imprese e mercati esterni. E’ un territorio – impresa non di tipo autarchico perché aperto agli altri territori-impresa per l’acquisizione di risorse di cui non dispone, scambiandole con proprie risorse eccedenti. Non è altresì chiuso perché inserito nella rete globale che scambia la più importante delle risorse a bassissimo consumo energetico e ad altissimo valore aggiunto: la conoscenza. E’ un territorio - impresa che non deprime, ma valorizza le proprie risorse interne, lasciando loro l’autonomia necessaria alla crescita, che diventa fattore importante di sviluppo delle cultura locale, che torna ad essere fattore globale di sviluppo del territorio e non solo reminiscenza del passato, ormai disgiunta dai meccanismi della creazione della ricchezza anche materiale. E’ insomma un soggetto che dialoga con il mondo senza esserne sopraffatto. 5. GLI STRUMENTI Per il principio di coerenza con quanto sopra descritto, questo documento non può avanzare alcuna proposta specifica su quale forma e sul come debba organizzarsi questa impresa-territorio. Essa dovrà scaturire dalla discussione di tutti i soggetti coinvolti e convinti delle analisi e proposte sin qui fatte, cercando a loro volta di essere coerenti con tali analisi e proposte. Il passaggio successivo riguarderà quindi la stesura del piano d’impresa e il suo decollo graduale, da sottoporre a continua discussione e rettifica, per tentativi successivi, imparando dai propri errori. |