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Iraq, quarto anno di guerra nella stampa araba

di Claudia La Barbera - 29/03/2007





 

[Pensiamo utile proporre ai lettori una rassegna di synopsis dai giornali arabi in occasione del quarto anno di guerra in Iraq]

Al-Ahram Weekly (Egitto) 21-28 marzo 2007-03-27

Hana Abdul Ilah Al Bayaty “Il peccato originale americano. Quattro anni di barbarica guerra in Iraq, gli Usa non potranno mai vincere”
Non deve sorprendere il fatto che gli Iracheni continuino a lottare contro l'occupazione per ripristinare la propria società. La società media altamente scolarizzata e marginalizzata, assieme alla classe operaia impoverita e ai giovani disoccupati privati dei sussidi, non hanno alcun interesse nel collaborare con la politica Usa per creare una classe feudale di sanguinari signori della guerra.

La resistenza è la sola strada per gli iracheni di conseguire la libertà, democrazia, pace, dignità, di conseguire i propri interessi, sia come individui che come popolo. L'amministrazione Usa non è riuscita in nulla se non nella distruzione, nei massacri e nelle menzogne.

Ash-Sharq Al-Awsat (Arabia Saudita, Regno Unito) 26 marzo 2007

Hussein Shobokshi “Quattro anni di stupidità”

Poiché l'America è ancora un paese governato da un etica istituzionale, da regole e controlli – anche se la corrente amministrazione sta facendo ogni sforzo per neutralizzare molte di queste regole - le voci contro la guerra hanno un potente risvolto anche all'interno del Partito Repubblicano stesso. C'è un veterano di guerra, il senatore Chuck Hagel, del Nebraska, il cuore conservatore dell'America, che ha obiettato duramente contro la politica di Bush … e nonostante la sua posizione e il suo background ha annunciato che, se la situazione in Iraq non dovesse cambiare, chiederà al Congresso la rimozione del Presidente dall'incarico.

Al Ra'i (Giordania) 20 marzo 2006

Samir Qatami “Nel quarto anniversario della Guerra in Iraq: il ritiro americano dall'Iraq, l'impasse dell'Amministrazione”

Se l'America non si affretterà a ritirarsi dall'Iraq e a provvedere agli affari di questo paese a livello internazionale, al risarcimento dei danni causati dalle perdite in termini di vite umane, capitali, proprietà allora una catastrofe ancora maggiore di quella del Vietnam sarà imminente … la guerra in Iraq verrà ricordata come il peggior disastro militare e morale di tutta la storia politica americana.

Al Wasat (Bahrein) 20 marzo 2007

Qasem Hussayn “Nell'anniversario dell'occupazione dell'Iraq”

Ci sono state dimostrazioni di protesta in diverse parti del mondo tranne che nel mondo arabo. A questo mondo sonnolento non importa nulla dell'anniversario e non gliene importa nulla dell'occupazione …Il sonnolento mondo arabo non si è accorto dell'esistenza dell'Iraq da molto tempo, neppure la scoperta di centinaia di fosse comuni in tutto il paese li ha scossi…salvo poi agitarsi e piangere come donnicciole quando Saddam Hussayn è stato impiccato.

Al Hayat Al Jadida (Palestina) 20 marzo 2007

Ahmad Dahbur “Dietro le parole – armi di distruzioni di massa. Ora”

Oggi centinaia di rispettabili persone stanno invadendo le strade d'America per protestare con milioni di altre persone del mondo contro la sporca guerra in Iraq. E l'Amministrazione americana sta lì rabbiosa e spaventata contrapposta al suo stesso popolo e al mondo. L'errore afgano è stato l'inizio della fine di Breznev e il suo apparato burocratico, ed ecco qui l'errore iracheno a riproporre la stessa sentenza.

Al-Quds Al-Arabi (Regno Unito) 20 marzo 2007

Muhammad Saleh Al-Masfar “Il mondo protesta e gli Arabi stanno a guardare”

In questo mesto anniversario le organizzazioni della società civile stanno facendo dimostrazioni in varie parti del mondo dalla Repubblica del Cile in America Latina alla Corea del Sud, passando per l'Ungheria, l'Australia, la Turchia, il Giappone, così come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti… condannano la Gran Bretagna e gli Stati Uniti per l'occupazione, accusano le amministrazioni americane e britanniche di aver perpetrato crimini di guerra e chiedono il ritiro dei loro eserciti dall'Iraq…tuttavia le capitali arabe sono silenti, più silenti di una tomba.