|
Guidalberto Guidi, presidente dell´Anie (associazione delle imprese elettroniche ed elettrotecniche) ha chiesto un incontro urgente con il ministro degli Interni Giuliano Amato per discutere dell´emergenza rame. Perché secondo Guidi la quantità di furti dell´oro rosso ha ormai assunto proporzioni da vera emergenza: tra la fine del 2006 e i primi mesi del 2007 dieci delle aziende aderenti all´Anie hanno denunciato qualcosa come 10 milioni di danni derivati dal furto di oltre 2mila tonnellate della materia che diventa sempre più preziosa.
Il fenomeno in realtà non è solo italiano e i furti ormai non vengono messi a segno solo da "disperati": le quotazioni mondiali del rame trascinate dalla domanda soprattutto cinese sfiorano oggi i 6900 dollari a tonnellata, con un aumento negli utlimi 12 mesi intorno al l´80%.
Fin qui la cronaca, veniamo ora all´utilità pratica del rame, che spiega in parte il fenomeno dei furti. Grazie alla sua eccellente conduttività termica, il rame è uno dei materiali che rende più efficiente lo scambio di calore: per questo lo si utilizza negli scambiatori di calore, nei pannelli solari e nei pannelli radianti a parete e a pavimento. Insomma un po´ ovunque.
Per le sue doti il rame è diffuso nell´impiantistica idrotermosanitaria, nella rubinetteria, nelle attrezzature per la nautica, nell´elettrotecnica e nell´elettronica, in lattoneria e in architettura, nella monetazione, nell´artigianato e nell´oggettistica, nei trasporti, in edilizia e in molti altri settori. Un´automobile può contenere, a seconda del modello, dai 15 ai 28 kg di rame, che si trovano soprattutto nei cavi e nelle apparecchiature elettriche. Il rame, puro e ridotto in fili, trova la sua maggiore applicazione per la produzione e l´utilizzo dell´energia elettrica e nella manifattura dei circuiti stampati per elettronica. I tubi di rame vengono usati per trasportare acqua potabile, gas combustibili, gas medicali, acqua per il riscaldamento e fluidi per condizionamento e refrigerazione; infatti il rame è impermeabile ai gas, è facilmente piegabile, resiste alla corrosione e non invecchia se esposto alla radiazione solare.
La crescente domanda di rame nei più svariati settori si traduce quindi in una sua finanziarizzazione. Il rame rubato in Europa e in America, viene quasi sempre inviato proprio in Cina, dove il mercato continua a richiederlo sempre più incessantemente: secondo le stime più recenti, il 37% della domanda globale di rame viene dall´edilizia, mentre il 26% dai settori elettrico ed elettronico. I dati sono tuttavia diversi se si scorporano i mercati emergenti e la Cina. Per il blocco Europa -Usa infatti, il 47% della domanda di rame è legata all´edilizia, mentre soltanto il 18% si ricollega all´elettronica.
Il rame come materia prima. Le principali miniere di rame sono situate lungo la Cordigliera delle Ande e le Montagne Rocciose: i principali Paesi estrattori sono il Cile, il Perù, gli Stati Uniti, il Canada; altre importanti miniere si trovano in Papua Nuova Guinea, Zambia, Indonesia, Australia, Paesi ex sovietici, Polonia e Finlandia.
I tassi di crescita economica della Cina quindi, ma anche quella moderata e contenuta dei paesi sviluppati, costringe a continui incrementi di prelievi di materia prima in natura. Ma siccome la materia, in questo caso il rame, non è infinita e comincia a scarseggiare o comunque comporta aggravi di spese per estrarla in situazioni sempre più difficili, da una parte le quotazioni salgono e dall´altra il mercato nero dilaga.
In pochi però collegano questo fenomeno del rame sempre più "oro rosso" con la necessità di cercare soluzioni che consentano un maggiore risparmio di materia, a tutti i livelli di vita del rame, dall´estrazione a un suo uso più efficiente, a un suo riciclo più efficace, ad una sua sostituzione con altri materiali o altri sistemi che possano svolgere lo stesso servizio.
Il rame è solo una delle materie prime, ma può esserne considerato oggi il paradigma più attuale e visibile. | |
