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Il prezzo delle menzogne, il merito della verità

di John Kaminski - 28/11/2005

Fonte: comedonchisciotte.org

La maggior parte delle persone non si rende conto che ciò che gli altri dicono dipende da colui per il quale lavorano

Proprio ora siamo diventati una nazione ignorante
Walter Cronkite, 10 gennaio 2005, Larry King Show

Eric Hoffer aveva ragione. La prima cosa che le persone libere fanno è mettersi in catene.

Questa è la domanda che devi porti: Qual è il vero prezzo di tutte le menzogne?

Le menti sveglie risponderebbero immediatamente: “Due miliardi di dollari a settimana per la guerra in Iraq, un miliardo di dollari al mese per l’Afghanistan, 14 mila miliardi all’anno per Israele, senza contare tutti i complessi finanziamenti alle industrie” e andrebbero avanti, snocciolando una lunga lista che termina chissà dove tra miliardi di miliardi trasformati in veleno e venduti come pillole in graziose ampolline. Alla fine avrete il presentimento che una consistente somma di risparmi pubblici scompare in un batter d’occhio come il prezzo di far soldi nel mondo delle balle ufficiali.
Ricordo che il giorno precedente l’11 settembre, l’inventore dell’aspartame Donald Rumsfeld aveva tenuto una conferenza stampa per annunciare la scomparsa dalle casse del Pentagono di 2,3 MILA MILIARDI di dollari e che la perdita non sarebbe stata risanata.

Nei mesi successivi, tra la polvere e le rovine del World Trade Center, non si è mai più sentito parlare della storia del denaro mancante. Certo che è legale rubare miliardi di miliardi; solo ai teppistelli che rubano 39,95 dollari spetta la sedia elettrica.

Nei mesi successivi, tra la polvere e le rovine del World Trade Center, non si è mai più sentito parlare della storia del denaro mancante. Certo che è legale rubare miliardi di miliardi; solo ai teppistelli che rubano 39,95 dollari spetta la sedia elettrica.

 Il prezzo delle bugie che ci hanno raccontato sull’11 settembre supera di gran lunga ciò che qualsiasi mente razionale potrebbe anche solo lontanamente pensare, mutando per lo meno l’idea che l’opinione pubblica aveva del mondo: da un insieme relativamente ordinato di nazioni fiorenti si è rivelato una gerarchia imposta dove chiunque è schiavo dell’establishment delle banche europee. Esiste un’alternativa a questa strisciante sudditanza mondiale ed è l’applicazione del programma ‘sterminio della società’, messo in atto da un po’ di tempo sulle macerie fumanti dell’Iraq qualche da malato mentale venuto dall’Occidente. O forse il mondo è sempre stato così e l’insabbiamento della verità sull’11 settembre non è stato altro che l’ultimo strappo alla tela che ha messo a nudo la pretesa della collettività di definirsi veramente onesta –valore che cerchiamo di infondere anche ai nostri figli-, tentando di negare quella bestia coercitiva e distruttiva che sta dando ora piena prova di sé.

 

 

L’insabbiamento delle verità sull’11 settembre ha inoltre eroso la reputazione già bacata degli americani, che nel giro di una notte, grazie a George W. Bush e ai suoi seguaci fascisti, sono diventati un gruppo spietato di irredimibili criminali che approvano la tortura come mezzo politico. Gli americani, obbligati da una propaganda deliberatamente falsa del loro apparato mediatico, hanno inoltre approvato la distruzione del più prezioso diamante concettuale della loro corona costituzionale, il diritto di incontrare i propri accusatori, ponendo fine in questo modo a una tradizione di libertà iniziata con la Magna Carta nel 1215 d.C.

Uno scandalo tanto eclatante nella storia umana, il nuovo gulag dove gli americani tengono imprigionati poveri innocenti, è virtualmente inesistente, nascosto nelle eco sorde della schiera di media della nazione, tenuti a camicia di forza.

Il valore della verità non è mai tanto importante quanto il bisogno di essa. Di conseguenza, la verità può essere acquisita per gratuita; sono le menzogne da cui in tanti fanno soldi ad essere tanto care.

Già, sono le menzogne la vera fonte di guadagno. Le campagne di pubbliche relazioni per ricche multinazionali hanno l’obiettivo di spillare fino all’ultima lira all’opinione pubblica attraverso un ennesimo stratagemma di tendenza oppure, e ancor meglio, attraverso appalti federali, dove il principale contraente ruba la metà dei soldi dai vertici e subappalta il progetto in corso (se veramente si tratta di un progetto in corso) ad un sub-contraente inesperto che sbaglia completamente la commissione (se veramente tenta di portare a termine il lavoro), mentre nessuno controlla che il progetto sia stato concluso. A questo lavoro ne segue un secondo che tenta di riparare i danni del primo. Tutte persone pagate bene. Pensate a tutti coloro che si sono arricchiti in questo processo. E riflettete sul fatto che il controllo del mondo oggi è nelle loro mani.

Semplicemente non c’è denaro nella verità. È per questo che ne stiamo ricevendo sempre di meno. Tuttavia, non ci possono dire che il denaro non conta quando tutti siamo affamati. Se non si hanno soldi, non è certo elogiando la verità che se ne guadagneranno. Ed è per questo forse che non ho una lira. Lo so, discendo da una generazione antica e piena di valori e neppure i miei avi venivano pagati per questo.

Tutto questo casino mi fa spesso riflettere sulle piccole banche di credito, sull’usura e sul fantasma delle multinazionali in Occidente, che con la loro insensata monopolizzazione della mente del consumatore stanno da tempo inquinando il mondo. È vero, servono solo a innalzare imperi finanziari; non recano certo beneficio alle famiglie, ai bambini, alla salute media della gente e certamente non giovano ai governi. Proprio l’usura ha trasformato i governi in esche per potenti e invisibili interessi industriali che ancora una volta arricchiscono questi imperi, non certo le comunità.

 Il vero problema di questi regni è che chi vi abita non sono persone, ma schiavi. Schiavi succubi, adulatori, bugiardi. Ascoltateli…”USA!USA!USA!” Mentono a loro stessi mentre permettono che altri muoiano. Tipico americano. “Avanti, dicci chi ha salvato tutta la gente del New Orleans!”

Dal momento che puntualizzo queste verità, sono un giornalista discriminato, i cui articoli non si trovano in genere in pubblicazioni che hanno un buon giro di affari o che vengono finanziate da agenzie pubblicitarie, se non al di fuori degli Stati Uniti. Naturalmente, il vero motivo per cui talvolta è difficile trovare in giro miei articoli è dovuto alla mia petulante insistenza nell’affermare che la questione più importante alla quale tutto il mondo si trova di fronte oggi è il mistero di Israele e dei banchieri internazionali che sembrano tenere in pugno quelli che chiamiamo gli stati occidentali. Non so se sia un’esagerazione o meno dire che il cartello bancario controlli il mondo, ma non si può negare che i banchieri con maggiore potere nel corso degli ultimi due secoli siano stati esponenti ebrei di egemonia sionista.

 Gli interessi degli ebrei monopolizzano completamente il governo americano (non si può essere assunti in qualsiasi ufficio pubblico se si pronuncia la parola “Palestina”); controllano i principali media e case di produzione cinematografica; i settori dell’educazione, della psichiatria e della farmaceutica nonché l’ambito legale e religioso e qualsiasi forma di denaro si usi per convincersi del fatto di essere persone libere. Se veramente si vuole estremizzare la questione, la maggior parte dei fedeli adora un ebreo e la lingua che parliamo discende molto probabilmente dai simboli ebrei impressi nei libri contabili fenici.

Così, quando dei semplici cittadini onesti come Cynthia McKinney insistono sul fatto che ciascuno abbia una giusta fetta di felicità nella vita, il governo di Washington si affretta a farla zittire, poiché ha bestemmiato contro il Forgiatore di Menti, i media, che controbattono ogni volta che gli ebrei non sono imputabili di nessun reato. La loro sofferenza nell’Olocausto li immunizza ora moralmente da qualsiasi accusa per crimini futuri. Almeno è quanto si dice nei mezzi di comunicazione ebrei. Anche se questi stessi crimini sono perpetrati nel nome di coloro che sono morti per causa loro! È una situazione malata, per la quale in così tanti muoiono inutilmente.

Ora c’è una nuova legge che vieta a chiunque di parlare degli ebrei in tono critico, come sto facendo io adesso in questo momento. La volete sentire una bella barzelletta? Come si chiamano gli ebrei che si auto-detestano? Persone con la coscienza a posto. È uno degli aspetti più umani, che dimostra senza ombra di dubbio come il popolo ebreo non sia solo composto da sadisti dispotici (come raccomanda di essere il Talmud) che pensano sia giusto uccidere un bambino palestinese con un colpo in testa perché ha violato una legge arbitraria e triviale. Il fatto che alcuni ebrei abbiano avuto il coraggio morale di confrontarsi con questa grande rivelazione di integrità continua a essere fonte di imbarazzo per la cerchia più multietnica, rampante e materialista del mondo. E proprio gli americani ora sono sulla stessa barca.

Sono stato molto fortunato recentemente nel ricevere da Don Paul, attivista per l’11 settembre (a proposito, andatevi a vedere sul suo nuovo libro, un magnifico manuale riguardo all’influenza dei Rothschild sui fatti attuali www.wireonfire.com/donpaul/dphome.html) una copia della videocassetta nella quale appaio più volte. È una pseudo-denuncia delle bugie sull’11 settembre mandata in onda su Sky TV Londra, denunciata dai due addetti stampa clandestini David Corn e John Judge. (Judge compare, negli sforzi di McKinney di raccogliere verità riguardo l’11 settembre, come uomo politico di punta dalle dichiarazioni sconcertanti e deludenti).

Mi sono confortato nel notare che né io né Don Paul abbiamo fatto dichiarazioni confutabili o biasimabili in qualche punto. Poi ho iniziato a meditare su tutto ciò che ho scritto nel corso di questi tre anni su Internet e sono arrivato ben presto alla conclusione che non ho fatto errori rilevanti in nessuno degli argomenti che ho cercato di descrivere. Pensarlo mi ha fatto sentire bene, dal momento che alcuni sono stati davvero temi spinosi.

Tutto ciò che ho scritto è esatto.

L’11 settembre è stato un crimine pensato dagli Stati Uniti e commesso con l’aiuto di un basista, che ha catapultato il mondo in un costante stato di guerra.

Al Qaeda non è che uno stratagemma astuto creato dalle menti dell’intellicence americana, inglese e israeliana come scusa elementare per poter continuare la caccia a un nemico che non si riesce mai a catturare e poter così oliare le loro macchine da guerra.

La Guerra in Iraq è basata su menzogne, sulla falsa mitologia del terrorismo inventata e confermata con l’11 settembre. Gli americani sono a conoscenza di queste bugie e hanno deciso di ignorarle.

La democrazia americana non esiste non per il fatto che si sia barato nel conteggio dei voti, ma perché agli americani non interessa, basta che abbiano i loro fiocchi e il loro gelato.

A causa della loro dipendenza dai pettegolezzi mondani, la maggior parte degli americani la pensa diversamente da come la penso io, ma molti stanno iniziando a capire che ciò che ho detto fino ad ora è vero. Nella nebbia che dilaga tra la rotazione dell’apparato mediatico e il mio doloroso sobbalzare ogniqualvolta senta una menzogna si celano i demoni che stanno distruggendo il mondo.

 La questione fondamentale è: chi sono i nostri nemici? Sono degli insoddisfatti nel deserto o forse dei pervertiti in giacca e cravatta a Washington?

Le mie idee continuano a rimanere inascoltate, a essere messe da parte. E sulle note di Fox News come pifferaio magico, i topi continuano ad avanzare verso gli scogli.

L’unico archivio, il più completo, dei miei articoli si trova su www.worldnewsstand.net/John_Kaminski_Library.htm, anche se quello che preferisco è il sito dedicatomi da un professore universitario anglo-canadese che vive in Tailandia. Lo trovate su www.rudemacedon.ca/kaminski/kam-index.html.

Ho iniziato come columnist da Rense e tale rimango in www.rense.com/Datapages/kaminski.htm.

Ma sono altrettanto orgoglioso di comparire nella lista di colonnisti di tutto rispetto quali John Pilger, Joe Vialls, Riverbend e Xyhmphora (tra i grandi) nel sito www.thetruthseeker.co.uk/columnist.asp?ID=11 Un altro archivio periodicamente aggiornato è anche sul sito di Lewis News.

Ho ormai la reputazione meritata di scrivere storie che altri non scrivono. Queste vertono soprattutto intorno alla mia propensione a chiamare i bugiardi potenti con il loro nome e a fare il punto sulla manipolazione delle coscienze ad opera di media gestiti da ebrei.

Io credo che questo sia un passo fondamentale per capire che cosa stia veramente succedendo.

Cheney, Rice, Rumsfeld, Myers affermarono: “Non abbiamo la più pallida idea di che cosa stia succedendo” e solo qualche giorno dopo l’FBI consegnò i nomi dei cosiddetti dirottatori. Sette mesi più tardi siamo venuti a conoscenza che i vertici di Washington stavano tutti comandando esercitazioni di difesa dello spazio aereo lo stesso giorno che dicevano di non sapere che stava accadendo.

Mi ci è voluto un po’ di tempo, quasi 50 saggi, per capire che un tassello importantissimo del problema che ci è stato imposto in quest’epoca di falsi allarmi terrorismo è sia dentro la mente dell’opinione pubblica sia generata da vili personaggi che cercano di fare un mucchio di soldi in poco tempo.

Ed è per questo che ho maldestramente puntato il dito contro i sistemi di convincimento. Certo, teatranti come George W. Bush non parlano di sicuro con Dio, anche se dicono di farlo. O se lo fanno, non è certo un Dio con cui si vorrebbe dialogare, ma un Mose-Moloc [NdT Moloc: diabolica figura fenicia] che ordina morte come vittoria e sterminio di tutti gli infedeli, tutti gli Amalek. Io sono un Amalek. E non penso che questa sia pura fantasia.

Ci siamo fregati con la nostra stessa caducità. Per questo ci sono così tanti omicidi nel mondo. Ne sono convinto e penso pertanto che un futuro funzionale per l’umanità stia proprio nel riconoscere e nel far conoscere tale verità: è un requisito fondamentale se vogliamo continuare a sopravvivere come specie.

Altrimenti il messaggio in codice che si cela nell’adorazione di falsi miti è la perdita di concezione della vita, la conclusione che la nostra evoluzione sia una menzogna e la conseguente estinzione per non aver saputo riconoscere correttamente la realtà. È un fatto inevitabile, non vi si può sfuggire, è una verità evolutiva. Se non identifichiamo in modo accurato le condizioni e i vincoli che ci governano siamo condannati a delusioni e all’estinzione. È un fatto empirico che indugia su tutti gli sforzi umani come una triste e sfuggente melodia di Debussy.

Per tutti i miei centinaia di articoli che cercano di far emergere la verità da un miasma di menzogne, ho soltanto 400 dollari sul mio conto, una casa che tra poco mi cade in testa e un’adorata auto che vuole vincere il Guinness dei 500.000 chilometri. Non ci sarà verso di pagare le bollette di novembre.

Non ho un nuovo libro da mettere in vendita (non ancora), né pacchetti turistici o guide al guadagno facile da offrire.

Molti cari amici del web hanno fatto il tifo per me in altri siti e grazie a un piccolo contributo per la mia mailing list sono riuscito a tenere aperto in questi due anni la mia drogheria, ma ho ridotto la mia dieta a fragole, pomodori e spinaci perdendo così quindici chili in tre mesi (dite poco).

Forse il premio della verità è il bisogno di essere degli ingenui. Perché non chiedo a nessuno di pagarmi per ciò che scrivo e siccome non sono particolarmente dotato nello scrivere libri in tempi e con temi spendibili sul mercato, sono costretto a chiedere periodicamente delle offerte per sfamare i miei sforzi di giornalista che vuole informare del mondo e del suo sfacimento. Grazie per la vostra comprensione e il vostro aiuto in questo periodo tanto nefasto.

 

 

Jeff Rense mi chiamò una volta “L’ultimo dei bisonti”. Sì, è corretto pensarmi come a una specie in via di estinzione. È giusto anche che leggiate queste parole, come probabilmente state facendo.

Non si riesce veramente a chiedere soldi ai lettori per l’informazione che si manda su Internet, perché le notizie più importanti circolano già gratuite. È del tutto legittimo vendere libri e video in rete, ma se si chiede di pagare per leggere una notizia dell’ultima ora, ciò implica che il denaro è più importante del fatto stesso e questo –come si vede dovunque nella vita quotidiana- finisce per mettere in discussione la credibilità della notizia stessa. Quindi non chiedo soldi per i miei articoli, ma ho bisogno di una mano.

Lasciatemi che vi mostri un altro trucco da scrittore per convincervi a interessarvi di più dell’attualità e a conoscere davvero come stanno i fatti. Poco fa ho composto un saggio di una sola frase e ho ricevuto una poesia su Cindy Sheehan in viaggio per il mondo ed ora cercherò di andare un po’ più a fondo in questo immenso buco nero che è l’arte dello scrivere.

Credete nei medium? No, dite voi, sono tutte balle. Beh, eccovi un tipico esempio della sua illusoria bravata (eh eh) e della nostra recente conversazione.

UNIVERSO: Porta rispetto per qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa è una parte del dono messoti di fronte perché tu lo comprenda. Lo possa sfruttare. E ne tragga beneficio dalle cose che incontri. Questo è il grande dono della vita, condiviso da tutti gli esseri viventi. E tutto intorno a noi è vivente. La vera magia sta nel donare.

IO: Se proiettiamo questo pensiero nobile nell’universo, saremmo fatti polpette dal primo corpo pesante che incontriamo perché la specie umana sotto sotto ha paura della sua ombra.

UNIVERSO: Ma questa è una questione marginale! Potresti sopravvivere o meno. Tutto si ricicla, persino io, anche se tu sei troppo piccolo per riuscire a capirmi. Il tassello mancante continua ad impedirti di capire che sei tu che controlli il tuo destino, ma non riuscirai mai a completare il puzzle senza un piano e la convinzione che tu sei quel meraviglioso, gentile essere pieno di speranza che è parte del mio piano –si può dire che sei il mio codice genetico- affinché io migliori ogni nuovo orto che incontro. È ciò che qualsiasi essere umano può fare. Come un vero giardiniere.

IO: Non abbiamo mai avuto modo finora di comprendere che il tempo a disposizione per la specie umana per pulire il nostro spazio è limitato. Finora, nelle nostre paure, abbiamo pensato che vivremo in eterno in qualche paradiso fiorito.

UNIVERSO: Ciò che ancora dovete stabilire è un comportamento che valga sempre, da vivi come da morti. È lì che giace la pace della saggezza. La strada è lunga, lo è sempre stata. Potete fiorire come morire. A voi la scelta. Oh. Ancora una cosa. Agite insieme ragazzi. Abbiamo bisogno di voi qua fuori. Fa tutto parte del gioco. E il vostro compito è capirne il senso. Ascoltate Budda, non la stupida magia.

IO: Grazie dell’invito. Ci vengo volentieri.

UNIVERSO: Mmmm, sembra tu sia lì da un mucchio di tempo.

IO: Il mio orto è un tale casino.

UNIVERSO: Il tuo giardino è la tua responsabilità. Non venire a lamentarti da me o da chicchessia. Tua madre ti ha insegnato a pulirti dopo i bisogni. Vai sul sicuro. Immagina come dovrebbe essere il mondo e mettilo in pratica. Fallo e tutto funzionerà.

…Ecco, questo è il mio Capo. Lo so, è tutto frutto della mia immaginazione

…e della vostra.

Sono qui grazie a voi. Ciò significa due cose. Esisto nel cyberspazio per il vostro bisogno di verificare se la impressione che avete che qualcosa nel mondo “ufficiale” non funzioni sia vera o falsa. Il mio merito è che esisto nel mondo reale grazie agli apprezzamenti che dimostrate per ciò che faccio per voi.

Il mondo ufficiale non riconosce ciò che dico, lo considera un’empietà paranoica e non si sofferma neppure un attimo sulle mie affermazioni perché non sono “accettabili”. Non in molti finora si sono chiesti chi decide che un’affermazione sia “accettabile” o meno e con quale motivazione. Lasciatemi almeno dire che il tempo sta scadendo, affrettatevi a domandarvelo.

Se questa o qualche altra missiva nelle prossime settimane faranno sì che questo sia il mio ultimo saggio, lasciatemi dire ora che è stato il più grande onore della mia vita aver scritto ciò che credevo veramente fosse vero e ricevere così tante vostre lettere di incoraggiamento. Grazie a tutti, state bene se ce la fate. Le previsioni dicono acquazzoni, come già sapete.

John Kaminski è uno scrittore che vive in Florida, vicino alle cinque spiagge più belle del mondo, e tutte avevano un certo cattivo odore in queste ultime settimane. È uno di quelli che credono che il governo USA abbia progettato ed eseguito gli attentati dell’11/9 in modo da trasformare il mondo in uno stato di polizia. www.johnkaminski.com/ Contributi postali a 250 N. McCall Rd. #2, Englewood FL 34223 USA.

John Kaminski
Fonte:
http://thetruthseeker.co.uk/
Link: http://thetruthseeker.co.uk/article.asp?ID=3659
4.10.2005

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di R´n´B